Di Carolina Capone, Agnese Cavoto, Bianca dal Prà, Olivia Pearl, Emma Tamburo, Luca Valenti - classe I liceo
Casa Italia Parigi 2024
Le Olimpiadi rappresentano l’evento sportivo di maggior risonanza a livello mondiale e suscitano attesa in ogni angolo del mondo. Si svolgono ogni quattro anni, proprio come le Paralimpiadi, che, pur non godendo della medesima visibilità, possiedono una rilevanza altrettanto fondamentale.
Noi lo abbiamo scoperto martedì 3 settembre 2024: una giornata che si distingue nettamente dalle consuete lezioni scolastiche.
La professoressa Lepore ha convocato le classi prima e le seconda liceo per una visita speciale con destinazione Casa Italia.
Ma che cos'è Casa Italia? E' stata la prima domanda che ci è sorta spontaneamente in mente quando l'insegnante ci aveva annunciato la meta. Dopo un iniziale momento di dubbi e domande alle quali ancora non trovavamo delle risposte, ciò che uscì dalla sua bocca fu «Paralimpiadi». Stavamo cominciando a collegare, ma la nostra conoscenza in questo ambito era piuttosto limitata. Così, finalmente, il giorno della gita giunse.
L’appuntamento era fissato alle 8:30 a scuola. Come materiale dovevamo solo portare un quadernino e una penna: insomma, l’essenziale per prendere qualche appunto; senza scordarsi ovviamente il pass Navigo, di grande importanza per effettuare gli spostamenti che dovevamo fare con la RER C, che abbiamo preso alla stazione di Pont de l’Alma.
Dopo circa una mezz’ora di treno, il viaggio è cominciato a diventare lungo e impegnativo, poiché Casa Italia si trovava proprio nel cuore di Bois de Boulogne e non c'erano mezzi di trasporto che potessero accompagnarci fino lì, a parte, ovviamente, le nostre gambe. La fatica iniziale però è stata ricompensata, al nostro arrivo, da una struttura magnifica che all'esterno esibiva i colori della bandiera italiana.
Casa Italia è infatti la sede del Team italiano delle Olimpiadi. Sfortunatamente, una volta terminati i Giochi olimpici e paralimpici, l'edificio torna a essere un ristorante stellato, il Pré Catelan.
Superato il cancello, e attraversato il vasto giardino, ad accoglierci all'ingresso c'era una giornalista del Team Italia che ci ha accompagnati immediatamente nella sala stampa (offrendoci così un rifugio dal maltempo). La sala stampa è dotata di grandi schermi sui quali i giornalisti potevano seguire in diretta le performance degli atleti italiani. La giornalista ci ha spiegato brevemente l’importanza di Casa Italia come luogo di ritrovo per gli atleti Olimpici e Paralimpici, e poi ci ha accompagnati nell’edificio principale, dove tutto è diventato più chiaro: all’entrata i nostri sguardi sono caduti su tre opere, diverse da quelle che siamo abituati a vedere. La prima era una versione un po’ modificata di quello che noi conosciamo come calcio-balilla: la differenza era che la base era più bassa perché pensata per gli atleti in sedia a rotelle. Un altro dettaglio particolare di quest’opera era il fatto che tutti i “giocatori” indossava uniformi diverse tra loro, di colori diversi, per enfatizzare l’importanza della diversità e dell'unicità. La seconda opera era un tavolo da ping pong, che invece di avere una forma rettangolare, assomigliava a una clessidra. Era in realtà formato dall' intersezione di due triangoli, per rappresentare così la massima estensione del corpo umano, sul modello, in particolare, della sagoma di Michelangelo Pistoletto (l'artista incaricato di arredare Casa Italia) con gambe e braccia divaricate. Con questa forma (chiamata ”Segno arte”), Pistoletto rappresenta il segno di cui lui stesso ha la chiave per accedere alla porta dell’arte. Infine, l’opera che forse si potrebbe classificare come la più importante in quella sala, era “Il Terzo Paradiso”.
“Il Terzo Paradiso” di Michelangelo Pistoletto
Una specie di infinito che invece di avere due cerchi ne ha tre, il centrale più grande degli altri due. Quest’opera vuole unire l’astratto e il naturale dell’uomo per formare un “equilibrio universale”. Così il "Terzo paradiso", una visione innovativa dove natura e tecnologia si fondono, mette
In sintonia la vita dell’uomo con l’ambiente naturale e le innovazioni tecnologiche; nell’ambito paralimpico esprime l’equilibrio tra natura e tecnologia con la capacità umana di adattamento.
Passati alla seconda sala, la nostra attenzione è stata catturata da un'altra opera pensata per uscire dalla classica arte e entrare nella comunità: le "Sfere di giornale sonore".
Le nostre firme su una sfera sonora di Michelangelo Pistoletto.
Sono delle grandi sfere rivestite di giornali sportivi italiani con all'interno sonagli per ricordare i palloni che gli atleti ciechi o ipovedenti usano durante gli allenamenti o durante le competizioni. Noi alunni abbiamo inoltre potuto lasciare un ricordo su quest'opera d'arte poiché abbiamo avuto il privilegio di firmare una delle sfere, sulla quale c'erano i nomi di molti campioni italiani paralimpici. Nella stessa sala si potevano osservare anche delle fotografie di atleti, incollate su degli specchi, in modo che l’osservatore potesse identificarsi nell’atleta. L’opera si intitola “Quadri specchianti”.
Durante la breve pausa che ha seguito la visita, abbiamo avuto la possibilità di scrivere un messaggio personale per gli atleti in cui abbiamo espresso il nostro sostegno e la nostra ammirazione.
Nell’ultima sala era presente una rampa che conduceva ad un palco, dietro al quale uno schermo proiettava una serie di video storici delle precedenti edizioni dei Giochi. Un’altra animatrice ci ha posto alcune domande sui Giochi Paralimpici e sulla loro storia, e ci ha mostrato un filmato sulla cerimonia d’apertura delle prime paralimpiadi, che si sono svolte a Roma nel 1960.
La visita è finita con un banchetto offerto dallo staff di Casa Italia, durante il quale ci è stata consegnata una borsa di stoffa contenente libri e gadget a tema paralimpico.
Alla fine della giornata, avevamo finalmente compreso il significato di Casa Italia: un luogo dove la solidarietà, la tenacia e la determinazione degli atleti paralimpici sono celebrati attraverso l'arte e la cultura, per suscitare emozioni e offrire opportunità, proprio come quella che è stata offerta a noi, rendendoci partecipi di una visione diversa della disabilità e dei suoi stereotipi nel contesto sportivo.
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